“E’ uno schioppettio, un crepitare festoso , che si leva, insieme coi primi riflessi della fiamma e i primi nugoli di fumo, al di sopra delle case, e si spande, rispondendosi da un punto all’altro sempre più vivace; già frattanto si comincia a sentir qualche colpo di schioppo e i sommessi preludi dei canti devoti delle donne.
Poi il crepitio cresce ancora vivissimo, i mai divampano, sono accesi tutti oramai e chi gira intorno al paese lo vede avvolto in una nube scura arrossata dai riflessi delle vampe: altri fuochi tremolano lontano per la campagna. […]
Così tra le innocue schioppettate e i canti sacri, con cui s’alterna quello un po’ meno devoto del moifà, si aspetta che venga a mancare il maio, a cui di rado si risparmia, in extremis, il colpo di grazia che lo riduce tutto in brace sfavillante; poi i giovani che hanno ancora polvere e voglia di divertirsi si allontanano verso altri
punti del paese dove ancor arde la fiamma; simbolo forse dell’intimo fuoco che brucia e avviva le anime loro.” Prof.Carmine Calandra, 1904.
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Cos’è e da dove nasce il Majo , fonte Avv. Luciano D’amico.
Vi aspettiamo la sera del 7 maggio, anche quest’anno, nei diversi quartieri di Frasso Telesino, per ammirare lo spettacolo dell’accensione del Majo di San Michele, tra antichi canti popolari e buon vino.
Foto di Sergio Amore